
Girifalco dove è nata e cresciuta. Stalettì che l’ha accolta e vista diventare donna e mamma. Montauro, dove il suo luogo da sogno è divenuto il suo luogo da incubo. Tre comunità strette attorno alla famiglia di Loredana Scalone, uccisa barbaramente lo scorso 24 novembre e ritrovata senza vita 24 ore dopo – proprio nella giornata contro la violenza sulle donne. L’ultimo saluto alla donna, originaria di Girifalco ma residente a Stalettì, si è consumato ieri nel corso della cerimonia religiosa celebrata dall’arcivescovo metropolita della Diocesi Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone. Presenti i sindaci (Pietrantonio Cristofaro, Alfonso Mercurio e Giancarlo Cerullo), gli amministratori dei tre comuni e tanti fedeli che, seppur rispettando le restrizioni anti Covid, hanno voluto salutare Loredana con lunghi applausi ed un fiocchetto rosso attaccato al petto. Forti le parole pronunciate da monsignor Bertolone: “Perdonaci Signore di fronte alla violenza. Tutti dobbiamo farci un esame di coscienza per capire che sbaglia chi non cambia”. I visi rigati dalla lacrime, le parole dello zio Salvatore e i messaggi degli amministratori: l’ultimo saluto a Loredana è stato un momento di preghiera ma, anche, un assordante (seppur silenzioso) grido di rabbia e dolore. Per tutte le donne il cui amore viene corrisposto con odio, violenza e, come nel caso di Loredana, morte. (catanzaroinforma.it)
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