SQUILLACE – Anche Squillace aderisce alla “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. Lo fa con una iniziativa dell’associazione “Domus Pacis”, che procederà alla collocazione della “panchina rossa” in viale Fuori le porte. La “giornata internazionale contro la violenza sulle donne” si celebra il 25 novembre. Dall’inizio dell’anno in Italia il numero degli omicidi è calato, ma è aumentato quello dei femminicidi; soprattutto la violenza di genere è aumentata durante il periodo del lockdown: 60 donne uccise nel primo semestre del 2020, 91 fino ad oggi. Dal 22 marzo in poi il numero verde contro la violenza e lo stalking, il 1522 messo a disposizione dal dipartimento “Pari opportunità” della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha registrato un incremento esponenziale delle chiamate e delle richieste d’aiuto. Quando si parla di violenza contro le donne non s’intende solo la violenza fisica, ma ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno sessuale o psicologico con atti, parole, atteggiamenti di superiorità, provocazioni, minacce e privazione arbitraria della libertà. La violenza all’interno delle relazioni affettive è la più diffusa ed ha le proprie radici nella millenaria disparità di diritti e sottomissione delle donne nella società patriarcale. E’ violenza anche la narrazione giornalistica di un femminicidio o di violenza sessuale che giustifica abusi da parte di un uomo e che produce una sub-cultura, colpevolizzando la donna sulle scelte della propria vita: le parole sono importanti e di narrazioni che avallano comportamenti di superiorità maschile le donne ne hanno piene le tasche; le cose vanno chiamate con il proprio nome; è un assassino un autore di femminicidio, è uno stupratore chi commette una violenza sessuale, non un malato o depresso per amore. È violenza ogni forma di abuso ogni volta che ci sono attacchi verbali, derisione, molestia verbale e fisica, insulto, denigrazione; il tutto finalizzato a convincere la donna di “non valere nulla” isolandola e allontanandola dalle relazioni sociali con gelosie, ossessività, controllo eccessivo, accuse ripetute, aggressioni, torture. Ogni anno facciamo i conti con allarmanti dati statistici in merito a episodi di violenza psicologica, fisica e sessuale sulle donne, senza considerare i casi non denunciati per paura o vergogna. Una donna su tre in Italia ha subito violenza; 1,4 milioni di donne hanno subito molestie o ricatti sul luogo di lavoro. La violenza non è un’emergenza, è strutturale. La violenza maschile è espressione dell’oppressione che porta il nome di patriarcato. Questa piaga mondiale della violenza sulle donne da parte di un uomo ci riporta all’importanza e al ruolo cruciale dell’educazione dei figli maschi: educare un figlio maschio alle emozioni sarebbe un ottimo passo verso tutta la società, l’educazione dovrebbe passare dall’insegnamento della cultura della non violenza al rispetto della libertà altrui. Anche l’esempio e l’accettazione delle emozioni possono formare un futuro adulto capace di amare il prossimo in modo sano. Quando si è piccoli non dovrebbe esistere un divertimento di genere, al bambino andrebbe insegnato il valore del sentire e la libertà di emozionarsi. Dietro a uomini violenti c’è sempre un’infanzia di emozioni represse taciute, ignorate e non riconosciute. Non dovrebbero esistere attività “da maschi” o “da femmine”; perciò va sradicato questo concetto atavico esortando i figli che siano femmine o maschi ad essere liberi di esprimersi in autonomia senza etichette di genere. La “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” è una ricorrenza istituita dall’assemblea generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre del 1999, che dovrebbe tramutarsi in una lotta continua e costante nel contrasto alla violenza di genere, partendo dal concetto che la violenza sulle donne è una violazione dei diritti umani. Come ogni anno, in tutto il mondo si realizzano iniziative per ribadire che bisogna porre fine ala violenza con leggi più efficaci e con certezza della pena. La manifestazione di Squillace, ad opera dell’ associazione “Domus Pacis”, si svolge in viale Fuori Le Porte, alle ore 15: dopo una breve cerimonia con benedizione, verrà collocata una “panchina rossa”, come simbolo del rifiuto e della lotta contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne, un segno permanente di memoria in ricordo delle donne che a causa della violenza non ci sono più. Promotori, ideatori e realizzatori di questa idea i componenti della “Domus Pacis”, Giovanni Valeo, ha realizzato la pitturazione della panchina con la collaborazione di Gaetano Pietropaolo e Giovanni Cerullo. La manifestazione è stata autorizzata dal Comune di Squillace nel rispetto delle normative anti-covid. Per concludere, un significativo pensiero di Margherita Hack: «La colpa di Eva è stata quella di voler conoscere, sperimentare, indagare con le proprie forze le leggi che regolano l’universo, la terra, il proprio corpo, di rifiutare l’insegnamento calato dall’alto; in una parola, Eva rappresenta la curiosità della scienza contro la passiva accettazione della fede».
Carmela Commodaro

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