“Dopo che alcune indiscrezioni di stampa danno per quasi definito il nuovo Decreto Calabria, sono costretta a intervenire nuovamente per tentare di arginare l’ennesimo vulnus alla democrazia che l’attuale governo si appresta a consumare sulla pelle dei calabresi”. E’ quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che prosegue: “Ho già depositato un’interrogazione a risposta orale al ministro Speranza, con la quale avevo auspicato che il governo non procedesse su una strada che già si è rivelata disastrosa per la Calabria, e avevo chiesto che il governo ristabilisse le regole democratiche e concentrasse il proprio impegno nel supportare la Calabria nel contrasto dell’emergenza coronavirus. Apprendo, invece, dagli organi di stampa, che il governo starebbe comunque procedendo a varare il nuovo decreto Calabria, con il quale intende raggiungere l’obiettivo di gestire in via esclusiva il settore sanitario calabrese senza realizzare un sistema efficiente e capace di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini. È sotto gli occhi di tutti che un anno e mezzo di ‘Decreto Calabria’ non ha avuto alcun impatto positivo sulla sanità regionale; anzi, la voragine del debito sanitario ha continuato ad aggravarsi e i livelli di assistenza sono perfino peggiorati determinando, tra l’altro, una maggiore fragilità di fronte agli effetti della grave emergenza Covid che stiamo attraversando. Il nuovo decreto Calabria, come temevamo e come confermano le indiscrezioni pubblicate dalla stampa, prevedrebbe addirittura un potere di controllo esclusivo sulla dirigenza regionale, secondo regole contrarie ai principi della nostra Carta e in violazione delle più elementari regole della democrazia. Il concedere poteri tanto straordinari, ben oltre ogni limite costituzionale, a commissari che ovviamente potranno essere scelti dallo stesso governo anche tra soggetti non abilitati dal Ministero della Salute, sarebbe un atto degno del più becero regime totalitario. Attraverso questo provvedimento il governo punta a governare la Calabria senza la legittimazione del voto – roba da regime sovietico – e magari, con le elezioni regionali alle porte, ad utilizzare la sanità come macchina di consenso. Le Regioni devono essere governate da chi è stato investito di questo compito da parte dei cittadini e nella pienezza dei poteri concessi dalla Costituzione: metteremo in atto ogni strumento democratico per evitare l’ennesimo sopruso”.

Indietro