Un futuro pieno di incognite e di interrogativi. La scomparsa della governatrice Jole Santelli ha ovviamente sconvolto il quadro politico in Calabria, costringendo gli schieramenti e i partiti a rimettersi in moto e a prepararsi per il ritorno alle urne dopo nemmeno nove mesi dalla precedente campagna elettorale che a gennaio scorso aveva decretato il successo del centrodestra. Al momento, l’incertezza che necessariamente circonda la data delle prossime Regionali dà alle forze politiche un po’ di tempo a disposizione per intavolare le trattative e definire le scelte, ma già nei prossimi giorni i partiti approfondiranno i ragionamenti legati a una situazione inedita ed eccezionale, che obbliga tutti i partiti, “spiazzati” dalla nuova realtà, a rivedere i propri programmi. In linea generale, per ora – com’è normale – c’è sgomento e dolore per l’addio a Santelli ma c’è anche molto smarrimento, soprattutto tra gli attuali consiglieri regionali, la cui decadenza è questione al massimo di poche settimane: nelle ultime ore sta facendo scalpore la denuncia del capogruppo di “Io Resto in Calabria”, Marcello Anastasi, che ha parlato di “squallida” caccia al voto già partita nonostante il lutto dell’intera regione per l’addio alla presidente Santelli, ma in realtà i movimenti sono ancora essenzialmente individuali. Le trattative e le “grandi manovre” negli schieramenti infatti entreranno nel vivo piu’ in la’ nel tempo, fermo restando che già si stanno delineando scenari e prospettive. Nel campo del centrodestra gli analisti politici ritengono che la scelta del prossimo candidato governatore continuerà a spettare a Forza Italia, il partito del quale era espressione Jole Santelli, parlamentare e coordinatrice regionale dei berlusconiani: a suffragare questa ipotesi anche il fatto che alle Amministrative dello scorso settembre in Calabria Forza Italia ha sostanzialmente “tenuto” rispetto agli alleati, anche se la Lega – che al momento per la prima volta guida la Regione con il vicepresidente facente funzioni, Nino Spirlì – e Fratelli d’Italia cercheranno ugualmente di far sentire la loro voce nel corso delle trattative. Nel centrodestra non si prospettano settimane facili
Nel centrodestra comunque non si prospettano settimane facili, anche perché già nella prima fase dell’attuale legislatura non sono mancate tensioni tra Forza Italia, da un lato, e Lega e Fratelli d’Italia dall’altro. Al solito molto frastagliato, poi, è il campo del centrosinistra e del Pd: secondo vari osservatori politici, infatti, i democrat calabresi, sia pure sempre alle prese con le fibrillazioni tra le varie correnti, avevano messo nel mirino la possibilità di celebrare quanto prima il congresso regionale per la fine dell’attuale fase commissariale, ma con le urne alle porte saranno sicuramente costretti a rivedere i loro piani. Per le prossime elezioni, anche alla luce della non fortunata esperienza della candidatura espressione della società civile targata Pippo Callipo, l’orientamento di Pd e centrosinistra potrebbe cambiare, con il ritorno a un’opzione politica per la scelta dell’aspirante governatore. Inoltre, è verosimile che sullo scacchiere nazionale il Pd possa valutare, in Calabria, l’ipotesi di un’alleanza con il Movimento 5 Stelle, anche se alle Regionali di gennaio questa strada è stata fin da subito accantonata per il no della maggioranza dei pentastellati calabresi. Oggi la situazione non sembra molto diversa rispetto a un anno fa, ma è vero anche che il M5S a livello regionale risente delle dinamiche non unitarie a livello nazionale, del resto già emerse alle Regionali scorse, deludenti per i pentastellati, e sconta una endemica difficoltà a intercettare il consenso dei territori. Ci sarà poi sicuramente da fare i conti con il civismo che anche in Calabria si sta manifestando con una certa forza propulsiva, com’è avvenuto alle Amministrative di Crotone, stravinte da Vincenzo Voce, candidato sindaco molto legato all’ex capo della Protezione civile regionale Carlo Tansi, protagonista alle Regionali del gennaio scorso con il suo “Tesoro Calabria” di un risultato sorprendente, fino a sfiorare di un soffio il superamento della soglia di sbarramento.

Partito iter per scioglimento Consiglio regionale
Nel frattempo Nino Spirlì in qualità di presidente facente funzioni ha firmato i primi atti. L’iter per il ritorno alle urne prevede come primo step lo scioglimento del Consiglio regionale. La procedura che nei prossimi giorni inizierà a snodarsi deriva dal combinato disposto delle varie normative vigenti, peraltro non sempre perfettamente allineate. Il punto di partenza è quello fissato dall’articolo 33 dello Statuto della Regione Calabria, che fa riferimento all’articolo 126, comma 3, della Costituzione: “Si procede a nuove elezioni del Consiglio e del presidente della Giunta regionale in caso di rimozione, impedimento permanente, morte, incompatibilità sopravvenuta e dimissioni volontarie del presidente”, specifica lo Statuto regionale. Nell’immediato, nei prossimi giorni si attiverà, anche ufficialmente, il meccanismo delineato dall’articolo 60, comma 2, del Regolamento del Consiglio regionale, per il quale “il Consiglio regionale con apposita delibera accerta ovvero prende atto dei casi di incompatibilità sopravvenuta, rimozione, impedimento permanente o morte del presidente della Giunta. A tal fine il Consiglio è convocato dal presidente entro dieci giorni dall’acquisizione della notizia e al termine della votazione, ove il Consiglio abbia assunto la deliberazione suddetta, il presidente congeda definitivamente i consiglieri”. In queste ore, peraltro, molti analisti politici hanno ricordato un aspetto che potrebbe avere un effetto sull’intero procedimento: la Regione Calabria è sotto diffida governativa perché deve adeguare la propria legge elettorale alle disposizioni sulla parità di genere e sulla doppia preferenza uomo-donna, e questo potrebbe rendere necessario un passaggio nell’Assemblea, ma secondo una interpretazione molto accreditata la questione potrebbe essere superata sulla scorta di quanto già avvenuto per la Regione Puglia, con il governo che per via legislativa si sostituisce alla Regione Calabria procedendo con l’aggiunta della preferenza di genere e consentendo quindi alla Calabria di allinearsi al resto d’Italia. Con riferimento alle prossime elezioni regionali, che devono tenersi entro 60 giorni, la procedura prevede che la data sia fissata con decreto dal vicepresidente, sentito il presidente del Consiglio regionale e d’intesa con il presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, ferme restando le consuete interlocuzioni con il livello governativo nazionale: in linea teorica, le prossime regionali calabresi potrebbero tenersi tra il 13 e il 20 dicembre, ma, alla luce delle problematiche legate alla perdurante emergenza Covid 19 e di una tempistica comunque subordinata a vari passaggi, e’ prevedibile che possano tenersi nel 2021, in un “range” che va da fine gennaio a marzo-aprile. (agi)

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