Il personale del Commissariato di Catanzaro Lido ha dato esecuzione alla misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di S.F. 39 anni, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro dr. Alfredo Ferraro, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, Graziella Viscomi.Tale misura scaturisce dalla denuncia presentata, in data 12 agosto 2020, dalla ex compagna, la quale raccontava di un’aggressione avvenuta il giorno precedente da parte dello stesso, che l’aveva raggiunta sul luogo di lavoro e l’aveva strangolata fin quasi a soffocarla, intento che però non riusciva a causa dell’intervento del datore di lavoro della ragazza, che costringeva l’uomo a mollare la presa. A seguito di tale episodio, la donna ricorreva alle cure del Pronto Soccorso e veniva giudicata guaribile in giorni 7. Nella serata dello stesso giorno, ancora, S.F., accompagnato dal proprio zio e dal proprio cugino, si presentava presso un locale pubblico, gestito dal fratello della parte offesa, e tutti e tre aggredivano fisicamente lo stesso, costringendolo a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso, ove gli veniva refertato un trauma cranico con giorni 7 di prognosi. In occasione di tale episodio, interveniva anche una Volante del locale U.P.G. e S.P. che riportava la calma e denunciava i tre soggetti per il reato di lesioni personali aggravate in concorso. In sede di denuncia, la parte offesa raccontava di aver intrattenuto una relazione con il citato S.F. durata quasi 20 anni, dalla quale è nato un bambino, e di essersi lasciata con lo stesso da circa un anno. Da quel momento, per la donna, sono cominciati i problemi, in quanto S.F. non ha accettato la situazione ed ha iniziato a perseguitarla con numerosi messaggi ingiuriosi, ma soprattutto minacciosi. Inoltre, l’uomo controllava gli spostamenti e i contatti della donna, monitorava il suo telefono cellulare ed il suo computer e faceva installare un registratore nella sua abitazione. I comportamenti più gravi consistevano in messaggi contenenti minacce di morte nei confronti di lei e dei suoi familiari, nei quali S.F. dimostrava anche insofferenza e noncuranza nei confronti delle autorità. Tali atteggiamenti aggressivi e sopraffattori nei confronti della donna sfociavano nelle due aggressioni sopra descritte. Considerata la gravità dei fatti esposti, personale del Commissariato di Catanzaro Lido deferiva S.F. alla locale Procura della Repubblica, che richiedeva un’adeguata misura cautelare. Il G.I.P. disponeva la custodia cautelare in carcere a cui S.F. veniva sottoposto da personale della Questura di Catanzaro.

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