La scelta dei Presidenti delle Commissioni Parlamentari, prima prova da superare per arrivare alla partenza del semestre Bianco. Le fibrillazioni nella maggioranza sono più che mai ambigue. Da un lato sembra insensato che con la prospettiva di poter gestire un piano di rilancio di dimensioni inaspettate chi è al Governo lavori per farsi mettere da parte. Dal lato opposto risulta difficile capire allora perchè non si riesca a trovare un terreno d’intesa, visto che si sta discutendo di bandierine e non di cose serie. La questione delle presidenze delle Commissioni Parlamentari che vanno rinnovate, ma su cui si stenta a trovare un accordo fra i partiti che compongono l’attuale maggioranza è rivelatrice: è in corso una battaglia per il posizionamento in ruoli chiave e nessuno vuole cedere un centimetro di terreno. Lo si capisce se si considera l’ottica in cui si stanno muovendo, che è la scommessa di poter tirare avanti fino all’avvio del semestre bianco ( luglio 2021) quando non sarà più possibile sciogliere le Camere e di fatto si potrà sperare di arrivare almeno fino a metà inoltrata del 2022, se non a fine legislatura nel 2023. Stiamo parlando di più di due anni di gestione dei fondi europei cioè di un evento che si pensa sconvolgerà tutto il quadro del consenso elettorale che oggi è registrato nei sondaggi: un periodo che è una scommessa per tutti i partiti della coalizione, ciascuno convinto, non sappiamo quanto a ragione, di finire rinnovato al punto tale da non tenere più la concorrenza della destra, che non si sa come potrà uscire da due anni di digiuno di potere. La vera partita si gioca nell’eterno scontro fra le Componenti che si scindono nella Sinistra ‘ IL Cinque Stelle ne vengono considerati, erroneamente parte’. Dovrebbe convenire dare spazio alla crescita di formazioni che possano raccogliere un consenso di tipo Riformista moderato. Certo le frammentazioni in quel mondo, legate anche ai personalismi fatti passare per vocazioni alla leadership ( vedi la concorrenza Renzi Calenda) , non rendono molto attraente una considerazione delle potenzialità che quell’ area potrebbe avere, specie in un momento di crisi di Forza Italia, che profitta della rinascita di Berlusconi, il quale sembra trovare delle vie per rimettere in discussione la sua violenta espulsione dalla politica, ma che non per questo potrà evitare di considerare la instabilità della sua attuale collocazione nella destra demagogica.

Felice Caristo

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