Si chiama “Rivivi l’Estate” e ha come obiettivo principale quello di ricreare gli equilibri intra ed extra familiari attraverso animazione con i minori, sfruttando le strutture e le aree di competenza comunale: non solo gioco e divertimento – mantenendo le indicazioni di sicurezza predisposte dai DPCM in materia di prevenzione e contenimento del covid 19 – ma prima di tutto un percorso di ricostruzione dei rapporti sociali e relazionali deteriorati dall’isolamento a cui siamo stati costretti nel periodo del lockdown. E’ questo l’intento del Comune di Chiaravalle Centrale, guidato dal sindaco Mimmo Donato, che avrà come partner un Ente no profit come il Centro Calabrese di Solidarietà che da anni opera nel campo del disagio e dell’emarginazione giovanile, attraverso l’accoglienza, il prendersi cura e l’attivazione di azioni di reinserimento di sociale di soggetti svantaggiati. Il progetto è stato presentato questa mattina, nella sede municipale di Chiaravalle alla presenza oltre che del sindaco, della presidente del Centro calabrese di solidarietà Isolina Mantelli, del direttore amministrativo Vittoria Scarpino, della pedagogista Cristina Marino e del responsabile del progetto, Andrea Romano, oltre che dei sei animatori che parteciperanno a “Rivivi l’Estate”, nel periodo che va dal 6 al 31 luglio dalle 17 alle 19. Parliamo di un vero e proprio campo estivo che si articola in laboratori ludico-creativi e individuali-sportivi: nel rispetto delle linee guida nazionali si potranno accogliere un numero massimo di minori suddivisi in due fasce di età di 6-11 e 12-17.   “Chiaravalle ha vissuto otto settimane drammatiche – ha esordito il sindaco Mimmo Donato esprimendo la propria solidarietà a responsabili e operatori del CCS preso di mira da una serie di danneggiamenti e atti vandalici, di cui proprio ieri sera sono stati individuati gli esecutori (sei minori) – non solo per il dilagare dell’emergenza sanitaria. Un mese di ‘zona rossa’ che ha impedito qualunque tipo di rapporto relazionale e sociale tra noi stessi, tutti chiusi nelle nostre case. A soffrirne sono stati soprattutto i nostri giovani che quando hanno avuto la possibilità di poter uscire, si sono ‘liberati’: li abbiamo visti in giro senza regole. Ci preoccupa, quindi, il fatto che dobbiamo fare uno sforzo per riadattarli, quasi rieducarli, rimetterli nelle condizioni di socializzare. Deve rimanere la percezione del rischio, ma la ripresa di attività di questo tipo deve essere fatta da persone capaci e competenti. Ecco perché nasce questo progetto e questa idea non poteva che essere affidata a professionisti del settore, in grado di restituirci rapporti relazionali sani e quindi al Centro Calabrese”. “Siamo onorati di affiancarvi in questo percorso – ha dichiarato la presidente del CCS, Mantelli -. In questi mesi abbiamo parlato di distanziamento sociale, ma quello che è il significato in concreto lo verifichiamo oggi che vediamo fino a che punto  i ragazzi hanno perso la capacità di stare correttamente insieme e fare parte di un territorio sociale, di un territorio sociale. Ben venga, quindi, la possibilità di spezzare l’isolamento e recuperare un percorso di socialità affiancando giovani e famiglie che qui a Chiaravalle sono state duramente colpite dalla zona rossa”. L’auspicio della pedagogista Cristina Marino è che “con questo progetto si possano mettere in moto, quindi creare, tutta una serie di attività che rendano corresponsabili tutti i protagonisti della cittadinanza di Chiaravalle e magari anche dei territori limitrofi in modo da ‘tessere’ legami. Il concetto che porto nel cuore e spingo da anni, infatti, è proprio quello di ‘tessere comunità’. Le comunità devono diventare generative, luoghi di civiltà, di civilizzazione e di umanizzazione”. Con atti come quelli perpetrati ai danni del Settore Prevenzione del CCS, ha concluso Marino, “i giovani ci testimoniano la necessità di avere spazi e luoghi nei quali diventare uomini. Ben venga questo progetto del Comune di Chiaravalle che dimostra di essere di grande lungimiranza”. I dettagli del progetto sono stati illustrati da Andrea Romano che ha evidenziato soprattutto due bisogni che il percorso vuole soddisfare: quello di ri-affidare i propri figli e quello di non rinunciare alle attività educative. “Le famiglie hanno resistito per diverse settimane anche in condizioni socio economiche difficili – spiega Romano – hanno dovuto condividere spazi ristretti e mai hanno avuto la possibilità di trascorrere un tempo insieme molto più lungo che nella situazione pre covid . Ora c’è bisogno di far riprendere la circolazione delle relazioni che aiuti la comunità a ritrovarsi, pur sapendo che non sarà la stessa cosa”.

La modulistica necessaria all’iscrizione potrà essere scaricata on line collegandosi all’indirizzo www.comunechiaravallecentrale.cz.it, e le domande si potranno presentare all’Ufficio Protocollo del Comune di Chiaravalle Centrale.

Indietro