Cosenza – Era un diciassettenne il braccio operativo del gruppo sgominato stamane dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza che, alle prime luci dell’alba, a Trebisacce e Cassano Ionio, hanno eseguito cinque misure cautelari, emesse dai Gip presso il Tribunale di Castrovillari e presso il Tribunale per i Minorenni di Catanzaro. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di estorsione, tentata estorsione, lesioni personali, furto in appartamento, danneggiamento seguito da incendio, incendio, resistenza a pubblico ufficiale e spaccio di sostanze stupefacenti.
Le misure rappresentano l’epilogo di indagini condotte, anche con intercettazioni telefoniche ed ambientali, dai militari della Stazione Carabinieri di Trebisacce, e scattate lo scorso dicembre a seguito di una denuncia da parte di un commerciante locale. Le indagini dei militari hanno permesso di constatare una serie di condotte estorsive e intimidatorie pianificate dal presunto capo del gruppo, Giuseppe Lo Fiego che, secondo gli inquirenti, pretendeva di imporsi come “protettore” di diversi commercianti nel comune di Trebisacce o chiedendo espressamente “un gesto di beneficenza per i carcerati”. In caso di tentativi di ribellione da parte delle vittime alle sue richieste, Lo​ Fiego, attraverso una rete di complici e, in particolare, dell’attività criminale di un ragazzo 17enne, poneva in essere ritorsioni di varia natura, creando un clima di terrore e sopraffazione mediante incendi ed altri atti intimidatori.

Come sarebbe emerso nel corso dell’indagine, proprio il minorenne, nel rivolgersi ad una delle vittime, vantava amicizie con pregiudicati di spessore e, nel fare riferimento a Lo Fiego e agli altri complici, affermava che “a Trebisacce comandano loro”. La sensazione di impunità dovuta alla protezione garantitagli da Lo​ Fiego generava nel minore una sorta di libertà nel delinquere, anche al di fuori degli “ordini” del capo. Il giovane sarebbe, tra l’altro, responsabile dell’incendio delle vetture di un commerciante e di una collaboratrice scolastica, nonché di un furto in appartamento nello stesso centro urbano, come documentato dai Carabinieri a seguito dell’acquisizione di filmati di videosorveglianza e di una perquisizione in casa del minorenne che ha portato al rinvenimento di alcuni indumenti utilizzati durante il furto.
Dalle indagini è emerso un episodio riguardante un amministratore locale, al quale il 17enne aveva incendiato l’autovettura, su mandato di Lo ​Fiego al fine di costringerlo ad elargire finanziamenti pubblici a persone a lui vicine. Documentato dai Carabinieri anche l’incendio di una casa rurale e di un magazzino di un imprenditore agricolo del luogo, eseguito su espressa richiesta di una donna settantenne, la quale, per eseguire una ritorsione privata, ha dato mandato a Lo ​Fiego, che aveva dato l’incarico al diciassettenne L’attività di polizia giudiziaria avrebbe consentito, inoltre, di individuare come principale persona di fiducia del capo Federico Salmena, il quale, insieme al trentacinquenne P.L., sarebbe responsabile anche della detenzione e cessione di sostanze stupefacenti a tossicodipendenti del luogo. Lo Fiego e Salmena sono stati sottoposti alla misura cautelare della custodia cautelare in carcere, P.L. alla misura degli arresti domiciliari, la donna settantenne sottoposta all’obbligo di presentazione alla PG, mentre per il 17enne è stata prevista la misura del collocamento in comunità.

https://youtu.be/biRpwOiYANc

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