«La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha ribadito al governo quanto sia discriminante e rischioso il principio della riapertura per settori delle attività economiche, mentre sarebbe opportuno che lo Stato dica quali siano le prescrizioni a cui attenersi per garantire la sicurezza, consentendo la riapertura a tutti coloro che sono in grado di osservare quelle prescrizioni». E’ quanto afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Filippo Pietropaolo, che prosegue: «In questa direzione va anche l’ordinanza con cui la presidente Santelli dà la possibilità a bar e ristoranti di riprendere la propria attività all’aperto, e seguendo rigorose prescrizioni sanitarie. Un atto di coraggio, ma anche di grande responsabilità nei confronti di un importante settore dell’economia regionale in grave sofferenza dopo lunghe settimane di lockdown. Naturalmente non viene imposta la riapertura, ma viene offerta la possibilità di attrezzare con anticipo e in maniera graduale le attività rispetto ad una fase di convivenza con il virus con la quale bisognerà, prima o dopo, fare i conti. L’aspetto sanitario è senza dubbio prioritario, ed è evidente che l’allentamento delle restrizioni dovrà essere direttamente legato alla capacità di contenere i contagi. Questo, d’altro canto, sembra essere l’orientamento del governo nazionale, con il presidente Conte che dopo essersi opposto alle richieste dei governatori di centrodestra, e mentre nel suo intervento alla Camera sosteneva una presunta illegittimità delle decisioni autonome delle regioni, ha mostrato un’apertura al “differenziamento geografico” nell’allentamento delle misure anti-Covid in base ai criteri scientifici che il ministero della Salute emanerà nelle prossime ore. Il buonsenso fa presupporre che in questi criteri scientifici possa rientrare a pieno titolo la Calabria, che ha dimostrato di essere riuscita a contenere la diffusione dell’epidemia. E’ paradossale, poi, che proprio il presidente Conte mostri preoccupazione per la possibile diffusione del contagio a causa di autonomi allentamenti delle misure di prescrizione, mentre allo stesso tempo consente il rientro al Sud di migliaia di studenti e lavoratori che vivono nelle regioni più colpite dal virus. Proprio la prima ondata dei rientri della prima settimana di marzo, causata dalle scellerate strategie di comunicazione del governo, è stata la causa della maggior parte dei focolai registrati in Calabria. Come se non fosse bastato, il 4 maggio il governo dà il via ad un nuovo esodo senza prevedere alcun controllo. E’ quello il vero rischio che corre la Calabria, non certo l’attività di un bar con servizio all’aperto, e bene ha fatto la governatrice Santelli ad imporre rigorosi controlli nei confronti di chi intende rientrare in Calabria, prevedendo l’obbligo di registrazione e l’isolamento domiciliare». «Anticipare la riapertura delle attività, anche di poche settimane – prosegue Pietropaolo – per molte piccole imprese spesso a conduzione familiare, può invece fare la differenza tra sopravvivere e chiudere le saracinesche per sempre. Il rischio sociale è enorme, e non meno preoccupante di quello sanitario, al quale bisogna dare comunque attenzione massima, sostenendo anche economicamente le sanificazioni e l’adozione delle misure sanitarie e di sicurezza necessarie a prevenire il contagio. Ci sono tantissime imprese delle filiere autorizzate che continuano a lavorare garantendo la sicurezza dei lavoratori. Riaprire non significa che i cittadini debbano sentirsi liberi di sfuggire ad ogni regola e di tornare alla vita a cui si era abituati prima della pandemia. Il rispetto delle regole è quello che ha consentito alla Calabria di contenere la diffusione del virus, e nel rispetto delle regole è importante garantire una cauta e graduale ripartenza di ogni settore della vita economica. I Comuni dovrebbero favorire questo percorso, ad esempio concedendo, gratuitamente, gli spazi pubblici da utilizzare per i dehors, delimitandoli e attrezzandoli nel rispetto delle prescrizioni anti-contagio. Aver limitato la diffusione del virus per la Calabria è un vantaggio che va sfruttato, non solo per adeguare il sistema sanitario ad un possibile ritorno dell’epidemia, ma anche per aiutare la ripartenza delle imprese dietro alle quali ci sono storie di passione, di coraggio, di sacrificio, ma anche la serenità e il futuro di tante famiglie».

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