“I test che vengono fatti in questi giorni in Italia permettono di tracciare i contatti”, ha proseguito Vespignani, e “non si può escludere che forse ci siano altri casi in incubazione, in quanto molte persone sono rimaste asintomatiche”. E’ anche possibile, ha aggiunto, che “quello che sta accadendo adesso in Italia possa accadere in futuro in altri Paesi. Quello che viene fatti in questi giorni in Italia “è un lavoro capillare di intercettazione”: adesso “bisognerà capire realmente quante generazioni di casi ci sono, ossia va calcolato il tempo che trascorre da una generazione all’altra delle infezioni”. L’approccio aggressivo con il quale l’Italia sta affrontando l’epidemia lascia inoltre immaginare, ha aggiunto, che “i casi possano raggiungere un plateau per poi cominciare a scendere”. Di certo, ha sottolineato, “la cosa peggiore al momento potrebbe essere l’apertura di nuovi focolai: è un’eventualità che non si può escludere. Se questo dovesse accadere – ha concluso – senza dubbio la situazione diventerebbe più problematica”. (ANSA).

Indietro