Giunge alle battute finali il concorso regionale Uilt (Unione italiana libero Teatro) domenica 16 febbraio in scena l’Associazione culturale “La Ribalta” di Vibo Valentia con lo spettacolo “La Giuria. Il destino di un uomo nelle loro mani”, libero adattamento del testo “La parola ai giurati” di Rose Reginald, con la regia di Rosario Gattuso. Questo l’appuntamento alle ore 18.30, al teatro “Impero” di Chiaravalle (Cz), con l’ultima rappresentazione in gara. Sabato 29 febbraio alle ore 21 in palcoscenico ci sarà il Gruppo folcloristico musico teatrale, che con la guida della Uilt Calabria e il sostegno della Consulta della Cultura, cura l’organizzazione del concorso, patrocinato dall’Amministrazione comunale cittadina. Al pubblico del teatro chiaravallese i componenti del Gfmt proporranno “Pasta cu i sardi a mare”, commedia brillante di Rocco Chinnici, libero adattamento e regia di Salvatore Russo.  A seguire, nella stessa serata, si terrà la premiazione della compagnia vincitrice, che potrà mettersi in gioco per accedere alle finali nazionali che si svolgeranno a giugno 2020 a Licata (Ag).  In palcoscenico anche i premiati delle varie categorie di concorso e la compagnia insignita del riconoscimento della giuria popolare. Ma intanto l’appuntamento di domenica 16 febbraio con “La Ribalta”. «Nove giurati – è riferito nelle note di regia – sono riuniti per decidere della sorte di un accusato d’omicidio. Otto lo ritengono colpevole. Soltanto uno lo considera innocente, ma per salvarlo dalla condanna a morte serve l’unanimità. Lo spettatore è da subito informato del fatto che si è di fronte ad un processo per omicidio di primo grado: un uomo è morto e suo figlio è accusato di essere l’assassino. In accordo con la legislazione americana, il verdetto deve essere espresso all’unanimità: un verdetto non unanime porterebbe infatti alla ripetizione del processo. La giuria è inoltre informata che un verdetto di colpevolezza condannerà certamente il ragazzo alla sedia elettrica, poiché il giudice rifiuterà qualsiasi richiesta di grazia. I nove giurati si dirigono verso la stanza in cui svolgeranno il proprio lavoro e dove, discutendo il caso, conosceranno la personalità l’uno dell’altro. All’inizio il raggiungimento dell’unanimità sembra semplice: per votazione esplicita otto giurati si dichiarano a favore della colpevolezza; solo il giurato numero 7 vota per l’assoluzione, ma si dichiara in realtà dubbioso. Si passano rapidamente in rassegna le prove. A mano a mano che si analizzano gli indizi si rifanno le votazioni e il numero degli innocentisti aumenta». Un’opportunità per riflettere sul valore “sommo” della giustizia, sarà poi così? Al contempo si propone agli spettatori un’analisi a tutto campo dell’animo umano.

 

 

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