Come seme che germoglia. Sacerdoti nella malattia è il titolo del nuovo libro di Vittore De Carli edito dalla Libreria Editrice Vaticana – Dicastero per la Comunicazione. Un volume che ha la prefazione del cardinale Angelo Comastri e verrà presentato il giorno 5 dicembre alle ore 17.30 presso la Sala Marconi di Palazzo Pio. Interverranno: Giulio Cesareo, responsabile editoriale della Libreria Editrice Vaticana; Paolo Ricciardi, Vescovo ausiliare di Roma e delegato per la Pastorale Sanitaria; Antonio Diella, Presidente Nazionale UNITALSI. Saranno presenti l’Autore e alcuni sacerdoti – don Maurizio Praticello, don Andrea Giorgetta e don Francesco Cristofaro – le cui storie sono narrate nel libro. I “volti” di questo volume sono quelli di dodici sacerdoti che, da giovani o in età matura, hanno dovuto fare i conti con la malattia o con la disabilità. De Carli, giornalista, dal 2011 presidente dell’UNITALSI Lombarda, ha raccolto e restituito le storie di questi testimoni della fedeltà a Cristo e alla Chiesa nelle prove della sofferenza, senza mai farne dei “santini”, dei meri ritratti edificanti, bensì offrendo al lettore figure e storie a tutto tondo. In queste pagine c’è il racconto del cammino che hanno vissuto o stanno vivendo questi presbiteri, con le sue luci, le sue gioie, le sue consolazioni, ma senza mai nascondere le fatiche, le solitudini, le amarezze, i dubbi, le angosce, le crisi. È la provocazione, feconda, che i preti ammalati o disabili rappresentano per la Chiesa e per la società d’oggi, così profondamente tentate dalle derive della «cultura dello scarto». Come non esistono vite di scarto, così non esistono “preti di scarto”, anche quando sono inchiodati ad una carrozzina o ad un letto d’ospedale. Il libro mostra come il prete ammalato o disabile è anzitutto una provocazione per la comunità cristiana, chiamata a non emarginarlo bensì a riconoscerlo come dono. Ma la sfida è per lo stesso sacerdote, chiamato a riconfigurare la propria missione, servizio alla Chiesa, appartenenza al presbiterio. Perciò non va lasciato solo. E serve una comunità che lo sappia ascoltare, accogliere, valorizzare. Si potrà così scoprire come il prete ammalato o disabile può essere un riferimento prezioso, un “messaggio” eloquente, in particolare per i preti giovani – e per tutti i giovani d’oggi. Durante la presentazione ci sarà la testimonianza di Don Francesco Cristofaro, sacerdote della Diocesi di Catanzaro-Squillace che pur essendo disabilità non si è mai fermato nel suo servizio di pastore della Chiesa del Dio vivente, nonostante le sue difficoltà nel camminare e nello stare in piedi.

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