Si chiama “Il Bambin Gesù delle mani”, è un’opera del Pintoricchio che risale alla fine del 1400 ed ha un valore inestimabile. Dopo aver stregato il pubblico dei più importanti musei del mondo a New York, a Parigi, a Madrid, a Tianjin e a Nanjin, verrà esposto a Cosenza, in una sala della Galleria Nazionale, a Palazzo Arnone, dal 6 dicembre, con vernissage alle ore 11,00, e fino all’ 11 gennaio 2020. Scomparso per lungo tempo il quadro è stato acquistato dalla Fondazione “Giordano”, di Perugia. Intitolata alla memoria del professore Guglielmo Giordano, la Fondazione promuove studi e ricerche di carattere storico e tecnologico sulla materia legno e parimenti interagisce con il mondo dell’arte. “Il Bambin Gesù delle mani” proviene dalle stanze vaticane e, nell’intera composizione, doveva raffigurare il Bambino, la Madonna, nella persona di Giulia Farnese, emblema della bellezza rinascimentale, e il Papa Alessandro VI Borgia, uno dei più discussi pontefici dell’intero percorso della Chiesa. Un’opera da tutti favoleggiata, ma nella cui esistenza nessuno ha mai creduto. Fino a quando l’apparire di un affresco con un magnifico Bambino e un enigmatico intreccio di cinque mani scioglie un segreto gelosamente custodito per 500 lunghi anni. Durante tutta la permanenza dell’opera saranno garantite visite guidate che spiegheranno l’affresco e la sua complessa storia e la ricostruzione delle vicissitudini legate al suo ritrovamento. Inoltre, sarà proiettato il documentario descrittivo dell’opera impreziosito dalla voce del grande Arnoldo Foà. Durante la mostra e negli orari di apertura della Galleria Nazionale sono previsti numerosi incontri, con professionisti e associazioni del territorio. Al vernissage prenderanno parte Antonella Cucciniello, direttrice Polo museale della Calabria, Andrea Margaritelli, presidente Fondazione Guglielmo Giordano, Giuseppe Noia, presidente Fondazione Il Cuore in una Goccia, Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria, Francesco Iacucci, presidente della Provincia di Cosenza, i sindaci di Cosenza e Rende Mario Occhiuto e Marcello Manna.

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