SQUILLACE – «Esprimiamo la nostra vicinanza ai colleghi del Carrefour market di Crotone che in queste ore si trovano nella nostra stessa situazione di qualche mese fa». Lo afferma Domenico Megna, rappresentante sindacale della Uil-Tucs di Catanzaro e membro della segreteria provinciale, in merito alla vicenda della chiusura del supermercato a marchio Carrefour di Crotone, che richiama quella dell’omologo supermercato di Squillace, gestito dalla società “Grande distribuzione lametina”, i cui trenta ex dipendenti devono ancora ricevere lo stipendio di giugno, la tredicesima, la quattordicesima, oltre ai Rol (permessi per riduzione orario di lavoro), ferie, festività e tfr (trattamento fine rapporto). «C’è stato un articolo uscito subito dopo la chiusura del supermercato – dice Megna – con il quale alcuni colleghi di altre sigle sindacali chiedevano e pretendevano nell’immediato la mensilità di maggio e l’ultima busta paga compresa di ferie, Rol, festività, tfr, 13esima e 14esima, tutte somme accumulate nell’arco degli anni. La fine di luglio ci chiama l’amministratore della società per farci il punto della situazione e personalmente mi fa vedere i bonifici fatti per il mese di maggio, spiegandomi il motivo del ritardo. Volevo precisare che è stata un’azienda sempre solida e non ci ha mai fatto mancare lo stipendio a fine mese. Quindi, subito dopo che sono arrivati i bonifici di maggio ed  ho fatto una dichiarazione pubblica, ripresa dalla stampa, per giustificare il mancato ritardo visti i rapporti sempre buoni e la disponibilità nei nostri confronti. Ora purtroppo devo constatare che gli altri nostri crediti non sono stati saldati. La vera paura è che si apra un nuovo fallimento come è successo cinque anni fa e il rischio di perdere tutte queste somme. In più volevo spendere quattro parole per il fallimento di cinque anni fa, visto che abbiamo avuto promesse dal curatore fallimentare  che ci ha garantito che vi erano delle somme che potevano essere distribuite, ma poi questo non è avvenuto». Megna, nella veste di sindacalista di Uil-Tucs crede che serva molto di più per risolvere la problematica. «Avremmo voluto – rileva – l’appoggio della politica, ma l’unico che ci dà la forza è il nostro legale di fiducia che sta lavorando per preparare gli atti e fare causa all’azienda». «Non pensassero – conclude Megna – che tutta questa attesa sia finalizzata alla scadenza dei termini, per lasciarci in mezzo ad una strada, perché sarà una guerra aperta da parte della Uil-Tucs, in tutte le sedi opportune, perche trenta famiglie a spasso sono altrettanti mogli e figli al seguito. Ora basta parole, qualcuno ci venga a dare una mano concreta».

Carmela Commodaro

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