«La manifestata volontà delle amministrazioni comunali di Chiaravalle C.le e Torre di Ruggiero di procedere per vie legali nei nostri confronti, ci lascia senza parole. Questa volontà di denunciare dimostra come ancora oggi nel nostro territorio ci sia insofferenza di fronte al “diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero”, principio peraltro costituzionalmente garantito». A seguito della pubblicazione delle due delibere di Giunta identiche, peraltro diffusa su alcune testate giornalistiche online come se si trattasse di un provvedimento di cui essere orgogliosi, il gruppo CHI.CE, con una nota stampa, ritiene opportuno fare alcune considerazioni su questo passaggio amministrativo. «Un gruppo di persone libere – scrive CHI.CE – potrebbe essere denunciato, con delibera urgente, perché scrive di problemi o richiama documenti pubblici. O, più semplicemente, perché parla». CHI.CE pone l’accento anche sulla modalità scelta, dalle due Giunte comunali, per portare avanti questi provvedimenti: «Una delibera urgente con affidamento di incarico ad un legale si sarebbe dovuta adottare per questioni serie e non per fatti o ipotesi di reato palesemente infondati. Inoltre, visto che si tratta di due delibere identiche che prevedono l’utilizzo di fondi provenienti dalle casse comunali, auspichiamo che quanto meno le due amministrazioni concordino di conferire l’incarico ad un unico legale». «Siamo sconfortati – prosegue la nota – nell’apprendere dalle delibere gemelle dei due comuni la possibilità di aver causato danni “all’immagine degli enti ed alla salute pubblica”! La vicenda assume poi contorni a dir poco grotteschi nel constatare che avremmo attentato addirittura alla salute pubblica del comune di Torre di Ruggiero, come riportato nella delibera». «In uno scenario generale vessato da decenni di malavita, malasanità, disoccupazione, povertà, emigrazione, scopriamo d’improvviso che il problema è un gruppo che puntava semplicemente a suscitare la curiosità e la partecipazione collettiva ai problemi di tutti». CHI.CE chiariasce in ogni caso che «ciò non mette in discussione la volontà futura di difenderci con fermezza nelle sedi opportune, convinti che Chiaravalle meriti ben altro». Il gruppo, poi, rimanda ai propri principi cardine: «CHI.CE al proprio interno è organizzato a livello orizzontale, non ci sono cariche né portavoce, e ciò per evitare ogni tipo di preclusioni o pregiudiziali, fermo restando le nostre linee guida, che ribadiremo a coloro che si stanno avvicinando al gruppo proprio in questo momento particolare: buon senso, lealtà e rispetto delle regole». Fermamente convinto che «si possa costruire una Chiaravalle diversa, che non ha timore di chiedere, informare, interrogarsi», il gruppo CHI.CE, in conclusione, chiede: «Chiunque pone domande lecite o sollevi perplessità può essere querelabile?»

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