CATANZARO – “Pur nel pieno rispetto dell’operato della Questura di Catania e ritenendo assolutamente indispensabile la prevenzione di ogni possibile forma di violenza negli stadi, ritengo che i provvedimenti di Daspo nei confronti dei tifosi del Catanzaro siano quantomeno eccessivi ed ingiusti, anche perché colpiscono indiscriminatamente decine di tranquilli tifosi che non hanno posto in essere alcun tipo di comportamento violento o di atteggiamento minaccioso”. E’ quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia on. Wanda Ferro, che spiega: “Come hanno già evidenziato il presidente dell’Us Catanzaro Floriano Noto, il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo e il presidente del Consiglio comunale Marco Polimeni, le misure hanno colpito anche tifosi tranquilli ed animati soltanto da una passione sportiva che non potrà mai essere deprecabile, onesti lavoratori e studenti giunti nella città etnea anche con mezzi propri per assistere ad una partita di calcio, e che hanno aderito correttamente alle richieste delle autorità di pubblica sicurezza utilizzando per raggiungere lo stadio, peraltro in forte ritardo, i pullman del trasporto pubblico”. “Non è in discussione la ferma condanna di chi si è reso responsabile del danneggiamento del mezzo e di eventuali altri deprecabili comportamenti – prosegue l’on. Wanda Ferro -, ma è giusto che i pochi reali soggetti responsabili siano identificati e puniti, senza sanzionare chi si è trovato in quel contesto solo per essersi attenuto alle disposizioni del personale di Pubblica sicurezza con un lodevole spirito di collaborazione e quindi nella direzione di quanto prevedono le misure di prevenzione. Ci troviamo di fronte a quello che appare una forma di Daspo collettivo, una misura di prevenzione atipica giudicata illegittima dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 22266 del 2016), che ha ricordato ai Questori che non si possono applicare le misure prescindendo dalla individuazione delle singole responsabilità. Infatti la Suprema corte ha evidenziato come vada fatta rilevare non la mera presenza nel gruppo, bensì la partecipazione individuale ad un’azione di gruppo”. “Sulla vicenda – conclude il deputato di Fdi – interrogherò il ministro Salvini, nella consapevolezza che deve essere questa l’occasione per riflettere sull’eventuale revisione di una normativa che presenta molti aspetti delicati, e che laddove non riesce a bilanciare le esigenze di sicurezza con le garanzie personali, rischia di svuotare gli stadi dalla loro stessa anima, ovvero la passione dei tifosi, e di togliere allo sport più amato nel nostro Paese quella ormai antica matrice culturale e sociale che ha contribuito a scrivere pagine importanti della nostra storia”.

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