BORGIA –  La Giunta comunale di Borgia, guidata dal sindaco Elisabeth Sacco, ha approvato lo schema di convenzione per lo svolgimento di lavoro di pubblica utilità ai fini della messa alla prova. Nei casi previsti dall’articolo 168 del codice penale, infatti, su richiesta dell’imputato, il giudice può sospendere il procedimento e disporre la messa alla prova, sulla base di un programma di trattamento predisposto dall’Ufficio di esecuzione penale esterna, subordinato all’espletamento di una prestazione di pubblica utilità. Una attività che consiste in una prestazione non retribuita in favore della collettività, di durata non inferiore a dieci giorni da svolgere presso lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni, le Aziende sanitarie o presso Enti o organizzazioni, anche internazionali, che operano in Italia, di assistenza sociale, sanitaria e di volontariato, nel rispetto delle specifiche professionalità ed attitudini lavorative dell’imputato. Il Comune di Borgia ha quindi deciso di dare il via libera allo svolgimento del lavoro di pubblica utilità ai fini della messa alla prova consentendo che, presso le proprie strutture, si svolga l’attività non retribuita in favore della collettività, per l’adempimento degli obblighi previsti dall’articolo 168 bis del Codice penale. La disponibilità viene normata con la firma dello schema di convenzione firmata con il presidente del Tribunale di Catanzaro, dottor Lanfranco Vetrone. I soggetti ammessi allo svolgimento dei lavori di pubblica utilità presteranno lavori con finalità sociali e socio sanitarie nei confronti di persone diversamente abili, malati, minori, stranieri; lavoro per finalità di protezione civile anche mediante soccorso alla popolazione in caso di calamità naturali e per la fruibilità e la tutela del patrimonio ambientale, compresa la prevenzione di incendi, giusto per citare qualche esempio. “Nel 2014 il Parlamento ha approvato una nuova legge che cambia il sistema penale abbiamo avuto un picco di richieste – afferma il sindaco Sacco –. In pratica, chi è imputato per un reato punito con una pena che non supera i 4 anni di carcere può chiedere la sospensione del processo per la messa alla prova. Abbiamo deciso firmare questa convenzione perché crediamo nella finalità dell’istituto del lavoro di pubblica utilità: sostituire la pena ‘classica’ della reclusione o pecuniaria, nella prestazione di un’attività non retribuita a favore della collettività così da far uscire il reo dal circuito delinquenziale con un servizio utile alla collettività. E siamo pronti a fare la nostra parte”.

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