CATANZARO – “Come temevamo, pochi giorni fa la Corte di giustizia europea ha condannato l’Italia a pagare una somma forfettaria di 25 milioni di euro, nonché una penalità di oltre 30 milioni per ciascun semestre di ulteriore ritardo, per aver tardato ad attuare il diritto dell’Unione in materia di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane. Milioni di euro andati in fumo anziché essere investiti nella realizzazione e nell’adeguamento delle reti fognarie e dei sistemi di collettamento, e nella messa a norma degli impianti di trattamento. Ricordo che molte delle criticità evidenziate dagli organismi comunitari sono riferite alla Regione Calabria, che ancora registra diversi agglomerati non conformi”. E’ quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che nelle scorse settimane aveva indirizzato una interrogazione al presidente del Consiglio e al ministro dell’Ambiente per chiedere, tra l’altro, quali siano gli agglomerati calabresi oggetto dei rilievi dell’Unione europea, quali attività siano state svolte dai commissari straordinari nominati in Calabria nel 2014 e con quali risultati, e quali iniziative concrete abbia assunto, a distanza di un anno dalla sua nomina, il commissario straordinario del Governo per fronteggiare le criticità che interessano il territorio calabrese. “Chiediamo di sapere qual è il cronoprogramma degli interventi e quali sono le risorse finanziarie destinate al superamento delle gravi carenze infrastrutturali esistenti in Calabria, anche non oggetto del contenzioso europeo. Vogliamo capire quali azioni reali abbia posto in essere la Regione Calabria per sopperire alle carenze infrastrutturali, dopo gli annunci ad orologeria a cui abbiamo assistito in campagna elettorale, e quale è lo stato di realizzazione del sistema di governance del Servizio Idrico Integrato”.

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