Reggio Calabria, – Sei persone arrestate ed una sottoposta all’obbligo di dimora; beni per 12 milioni di euro sequestrati. E’ il bilancio di un’operazione della Guardia di Finanza di Reggio Calabria denominata in codice “Boreale”. Gli arrestati sono ex amministratori della casa di cura “Villa Aurora” accusati di aver distratto fraudolentemente il patrimonio aziendale della societa’ e di frode fiscale. Sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, le fiamme gialle reggine hanno eseguito un provvedimento del Gip presso il locale Tribunale con cui sono state disposte 7 ordinanze di custodia cautelare (3 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 1 obbligo di dimora). Ai destinatari delle misure sono stati contestati, in particolare, l’associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, l’autoriciclaggio e l’omesso versamento di ritenute. Le indagini avrebbero messo in luce la sussistenza di gravi indizi in ordine ai reati di false comunicazioni sociali, truffa aggravata e appropriazione indebita aggravata commessi dai diversi soci ed amministratori che, nel corso del tempo, si sono succeduti nella gestione della casa di cura. – Gli inquirenti ritengono che alla base dell’acquisizione del pacchetto azionario della societa’ vi fosse l’esclusiva finalita’ di depauperarne il patrimonio. Sarebbe stato dimostrato che le somme indebitamente prelevate e distratte dalle casse di “Villa Aurora”, sfruttando il meccanismo dei finanziamenti infragruppo (la clinica era stata acquisita dalla “Gruppo Sant’Alessandro S.p.A.”, avente la funzione di capogruppo in relazione a svariati ulteriori soggetti giuridici), sono state, in parte, impiegate in altre attivita’ economiche riconducibili agli indagati estranee all’attivita’ della struttura sanitaria. Da qui il dissesto e, di conseguenza, l’ammissione della societa’ “Villa Aurora S.r.l.”, con decreto del Tribunale, alla procedura di concordato preventivo.
Le somme sottratte sarebbero state impiegate in modo del tutto anomalo, per l’acquisto di testate giornalistiche da parte della capogruppo, la costituzione di pegni per aperture di linee di credito in favore di persone fisiche, l’acquisto di quote di ulteriori societa’, l’affidamento di incarichi professionali privi di giustificazioni, per rimpinguare le casse di altre societa’ nella disponibilita’ dei soci e, addirittura, per pagare il prezzo di vendita delle quote della stessa “Villa Aurora” agli ex soci. Sarebbe stato rilevato, inoltre, a carico degli amministratori, il sistematico omesso versamento delle somme dovute a titolo di sostituto di imposta per gli anni dal 2012 al 2015 per oltre 2 milioni. (AGI)

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