Oltre 13 milioni di euro di debiti: 9 milioni e mezzo circa di massa passiva e 3 milioni e mezzo di mutuo ex decreto 35.  L’amministrazione comunale di Chiaravalle Centrale fa chiarezza sui numeri del dissesto, dopo le recenti polemiche del gruppo di minoranza del Pd. La risposta ai dem (che contestavano cifre e metodi di risanamento del debito) è arrivata  oggi in conferenza stampa. Sul punto hanno relazionato il sindaco, Mimmo Donato, l’assessore al Bilancio, Claudio Foti, e il responsabile del settore finanziario, Enzo Iozzo. “Quando il Pd dice che il Comune di Chiaravalle non ha debiti afferma il falso” ha dichiarato l’assessore Foti “La realtà dei numeri è accertata dall’Organismo straordinario di liquidazione” ha ribadito il sindaco Donato. Numeri che fissano in oltre 13 milioni di euro il conto da saldare per rimettere in sesto le casse dell’ente. Un limbo dal quale, però, la maggioranza in carica vuole “uscire in tempi brevi”. “Merito” della cosiddetta procedura semplificata che, per come spiegato dal ragioniere Iozzo, “ridurrà drasticamente il debito a soli 5 milioni e 200mila euro”. Un taglio del 45 per cento della massa passiva “frutto di un percorso avviato fin dal mese di giugno del 2016”. All’epoca, “non c’erano le condizioni per aderire alla procedura semplificata”. Oggi, invece, “il mutato quadro normativo, le risorse arrivate dal fondo di rotazione, i tributi incassati, le transazioni con la Regione Calabria per rideterminare l’arretrato di acqua e rifiuti e le vendite di immobili comunali, dalla Frama Sud alle scuole, hanno reso possibile quel  processo virtuoso di risanamento che adesso sfocia nella semplificata”. Procedura concordata dal sindaco “direttamente a Roma, nel corso di appositi incontri con i responsabili Enti locali del ministero dell’Interno”. Pesanti i commenti riferiti al Partito democratico locale “per i suoi tentativi di alimentate confusione sui conti del Comune diffondendo informazioni false ed equivocando ad arte i numeri della semplificata”. La procedura, infatti, prevede l’attivazione di “un eventuale  mutuo, quantificato al massimo, con un calcolo matematico, in circa un milione e 800mila euro”. Mutuo  che però “non estingue l’intero ammontare del debito come falsamente propagandato dal Pd ma concorre solo ad abbattere i 5 milioni e 200mila euro del dissesto, pari al 55 per cento della massa passiva ad oggi accertata dall’Organismo straordinario di liquidazione”.

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