“Quello che non rovina la ‘ndrangheta, lo distrugge la burocrazia e la politica regionale: domani giocheremo in provincia di Frosinone l’ultima partita in Serie A della nostra storia. La realtà a volte supera l’immaginazione, ma in Calabria accade spesso.  Appena pochi giorni fa, ho scritto al Sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, in merito alla chiusura del Palazzetto di Locri, che ci costringe per la seconda stagione consecutiva ad allenarci e giocare a 70 km dalla nostra sede. Anche perché quasi tutti i politici della Città Metropolitana, a seguito della vicenda mediatica planetaria delle “minacce della ‘ndrangheta” si erano profusi in parole e parole e parole di pronto intervento in aiuto di questa realtà importantissima per questo territorio disagiato e bla bla bla. Questa mattina, mi telefona Nicola Ramogida, Sindaco del Comune di Sant’Andrea Apostolo dello Ionio, dove oggi ci alleniamo e giochiamo, e mi comunica la chiusura immediata della struttura. Si sono accorti che dal 2012, avete letto bene dal duemiladodici, mancano dei certificati dell’immobile e che pertanto bla bla bla. Con la chiusura dello Sporting, si giunge oggi a quello che sembra un risultato prestabilito da poteri differenti che agiscono in perfetta sinergia e sintesi, con lo scopo unico di impedire lo sviluppo della Calabria, anche se, continuo a sperare si tratti soltanto di sciatteria e di coincidenze sfavorevoli. Mi dispiace per i tifosi, ma soprattutto per i ragazzini e ragazzine di Sant’Andrea che avevano iniziato a frequentare la nostra scuola di futsal, allenata dalle campionesse della Nazionale Italiana: non avranno mai più una opportunità simile, non in Calabria. Ho dato mandato ai nostri legali di ritirare, per cause di forza maggiore, la squadra dalla competizione nazionale della Serie A di Futsal femminile e di valutare eventuali azioni per il risarcimento di danni subiti dalla nostra associazione a causa di imprudenza, imperizia o negligenza nei comportamenti che riguardano questa triste vicenda”.

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